venerdì 8 ottobre 2010

Dalla villa Garbi alla Villa Paolina

Finita la piccola deviazione, che sicuramente "meritava", restando tuttavia nel dubbio che magari qualche approfondimento sulla cinquecentesca villa Garbi, di cui purtroppo si sa poco o nulla, ci sarebbe piaciuto farlo, ci apprestiamo a tornare sulla via di Castello decidendo di puntare con decisione alla Villa Paolina o Baldini-Doufur, si trova al numero 47. Wikipedia ci viene in aiuto: "Deve il suo nome a Paolina Bonaparte, per la quale venne costruita e che, forse, vi soggiornò con il marito. Anticamente apparteneva alla famiglia Petruzzi (o Petrucci), poi nel 1553 venne ceduta a Antonio Torrigiani, che possedeva altre ville nella zona. Nel 1659 fu acquistata da Benedetto Dragomanni e nel 1825 divenne di proprietà del Principe Camillo Borghese, che la fece ristrutture in onore di sua moglie Paolina. Oggi si presenta come una delle più interessanti ville in stile compiutamente neoclassico. I lavori di ammodernamento ebbero luogo tra il 1826 e il 1831 su progetto di Antonio Carcopino e decorazioni di Giuseppe Bezzuoli e Francesco Pozzi, mentre le statue e i bassorilievi allegorici della facciata furono scolpiti da Aristodemo Costoli. Attorno alla villa fu realizzato un vasto parco romantico all'inglese, secondo la moda dell'epoca, corredato anche da un giardino alla francese, con parterre, aiuole fiorite e conche con piante di agrumi. Tra le essenze arboree del parco ci sono cipressi, lecci e castagni. Il terreno boscoso sul retro, l'odierno parco piantato a cipressi e lecci, si trovava tagliato dalla strada di Castello e notevolemnete rialzato, per cui venne ideato un passaggio a "calvalcavia" con una passerella in ferro sospesa con un sistema di cavi, che unisce ancora oggi il bosco con il primo piano del retro dell'edificio. In questa parte si trovano una grotta artificiale, con concrezioni spugnose, un anfiteatro ed alcune statue in pietra serena. Lo stato attuale della villa e del parco è trascurato.

lunedì 4 ottobre 2010

l'importanza della tomba della Mula

L'interessante scritto di Claudio Pofferi dal titolo "Dai principi alla città etrusca sul Bisenzio" ci fa capire l'importanza dalla tomba della Mula che si trova proprio sotto la villa Garbi-Pecchioli. L'autore nel sul testo spiega infatti che è perfettamente semisferica e ha un diametro di oltre otto metri, fatto questo che la rende la tomba a tholos più grande tra quelle rinvenute in tutta l'Etruria e probabilmente la più antica, essendo ascrivibile a prima del VII secolo a.C. Sulle sue pareti infatti si evidenziano segna scaramantici e graffiti. In special modo questi ultimi, prevalentemente sinistrorsi come si usava nei periodi più antichi del periodo etrusco hanno evidenziato l'uso di ulcune lettere o locuzioni talmente arcaiche che già nei periodi successivi al VII secolo a.C. non si usavano già praticamente più. Oltretutto, come già nella tomba della Montagnola, sono state ritrovate le più antiche iscrizioni parietali etrusche conosciute, rafforzando l'idea che la Tomba della Mula sia la tomba etrusca più antica mai ritrovata, rendendo la nostra zona un'area privilegiatissima su cui svolgere indagini approfondite per svelare la misteriosa origine di questo popolo.