Sesto Fiorentino è una delle Città della Porcellana. Qui è stata fondata la Manifattura delle Porcellane di Doccia, oggi Richard Ginori 1735. E' il luogo dove Pinocchio è stato scritto ed ambientato. Sesto Fiorentino è una città ricca di storia, di personaggi illustri, di arte, di architettura ma qualcuno sembra essersene dimenticato. Proviamo a ricordarlo a tutti...
sabato 24 luglio 2010
La famiglia Torrigiani
La famiglia Torrigiani, originaria di Lamporecchio, giunse a Firenze nel sec. XIV. I suoi membri ottennero più volte il priorato e il gonfalonierato. Nel XV sec. fautori dei Medici, i Torrigiani furono ammessi nel Consiglio dei Duecento (1532). Da allora inizia la fortunata ascesa dei Torrigiani, dovuta in gran parte al commercio. Si imparentarono inoltre con le maggiori famiglie fiorentine: Luca di Raffaello (1520) sposò Maria Guicciardini e il figlio di lui, Raffaello, Lucrezia Capponi. Luca di Raffaello, per rinuncia del cardinale Luigi Capponi, fratello della sua avola paterna Lucrezia, ottenne nel 1645 la sede arcivescovile di Ravenna. Il fratello Carlo acquistò intorno al 1680 la baronia di Decimo, più tardi eretta in marchesato da papa Clemente XI (1719) in favore del figlio Giovan Vincenzo. Quest'ultimo, dal matrimonio con Teresa del barone Luigi Del Nero, ebbe tre figli: Carlo, la cui unica figlia, Teresa, andava in sposa a Giovani Battista Guadagni, Luca, che fu cavaliere di Malta e di S. Stefano e Luigi. Questi, divenuto cardinale nel 1753 e Segretario di Stato di Clemente XIII, alla sua morte (1777) chiamò, all'eredità e al nome Torrigiani, Pietro Guadagni (1773-1848), figlio di sua nipote Teresa; questi otteneva l'autorizzazione granducale ad assumere cognome e stemma Torrigiani nel 1795. Pietro si univa in matrimonio con Vittoria, figlia del marchese Nicolaio Santini di Lucca e di Teresa Minerbetti di Firenze, beneficiando in tal modo di entrambe le cospicue eredità che la moglie portava. Dalla loro unione nacquero tre figli: Enrichetta Timotea, che sposò nel 1819 Vincenzo Peruzzi, Luigi (1804-1869) e Carlo(1808-1865).Altri momenti importanti per la famiglia furono: il 1680 quando Carlo Torrigiani acquista la baronia di Decimo, che poi Clemente XI, nel 1719, erige in marchesato; 1751, 19 aprile: il marchese Luca Torrigiani ottiene l'ascrizione al patriziato di Firenze; 1907, 25 luglio: Raffaele Torrigiani assume, "maritali nomine", i titoli di principe di Scilla, duca di S. Cristina, conte di Nicotera, barone di Calanna e Crispano.
Immancabile poi mettere sul blog: quello che dice anche Wikipedia: i Torrigiani sono un'antica famiglia patrizia di Firenze. Originari di Lamporecchio dovevano essere fin dal medioevo proprietari di terreni, perché la loro primitiva attività a Firenze fu il commercio di vino. Una taverna dei Torrigiani si trovava in via dell'Ariento, presso San Lorenzo. Ai primi del Trecento Ciardo Torrigiani si diede al commercio internazionale e aprì un banco che si rivelò un ottimo investimento, ingrandendosi rapidamente e aprendo filiali anche all'estero, tra i quali quello di Norimberga era il crocevia di pregiati prodotti dalla Russia, quali soprattutto pelli e pellicce pregiate. Così da vinai l'attività familiare divenne quella di vaiai cioè di pelliciai, che seguì le sorti dell'amministrazione fiorentina, talvolta penalizzati da leggi contro il lusso. La famiglia collezionò cariche politiche nelle istituzioni della Repubblica (priori e gonfalonieri), e rimase tra le ricche famiglie fiorentine anche nel periodo del dominio mediceo e del successivo Granducato, senza essere troppo in prima fila politicamente, ma occupandosi dei propri affari familiari senza opporsi alla predominanza dei Medici. Il primo dei palazzi Torrigiani fu acquistato nel 1520 da Luca Torrigiani dai Bartolini-Salimbeni nel 1520 e si trova in via Porta Rossa, il cosiddetto Palazzo Bartolini Torrigiani. In quell'epoca furono diversi i Torrigiani che furono senatori, cavalieri dell'Ordine di Malta e dell'Ordine di Santo Stefano. La fortuna dei Torrigiani si può dire che crebbe lentamente ma costantemente, arrivando al picco nell'epoca lorenese, tra Sette e Ottocento. Nel 1768 Giovan Vincenzo Torrigiani ottenne da Papa Clemente XIII il titolo di marchese del feudo di Decimo acquistato dal padre Carlo Raffaello. Giovan Vincenzo, sposato con Teresa Del Nero, ebbe tre figli maschi e già al secondo passaggio generazionale si ebbe la difficoltà di trovare eredi per la casata: i primogenito aveva avuto sue figlie femmine, il secondogenito Luca, sposato a Settimia Capponi, nessun figlio e il terzogenito Luigi Torrigiani era diventato cardinale. Fu proprio il cardinale a decidere il da farsi, lasciando nel suo testamento i beni familiari e il titolo al secondogenito di sua nipote, Teresa Maria Torrigiani sposata a Giovanbattista Guadagni, purché egli rinunciasse al cognome paterno prendendo quello della madre: e fu così che Pietro Guadagni divenne il ricchissimo marchese Pietro Torrigiani. Facevano parte delle sue proprietà terreni e fabbricati in tutta la Toscana, fattorie, sei ville (di Panna, di Galliano, di Castelfiorentino, di San Martino alla Palma, di Quinto Alto e di Camigliano) e tre palazzi a Firenze: oltre a quello in via di Porta Rossa, il Casino in via del Campuccio, acquistato nel 1532, e il Palazzo Torrigiani in via Romana. Ai primi dell'Ottocento passò nei beni familiari anche il Palazzo Del Nero, per eredità di Ottavia Guadagni Del Nero, sorella di Pietro e vedova del barone Cerbone Filippo del Nero. Figlio di Pietro fu Luigi, che fu padre a sua volta di Pietro Torrigiani sindaco di Firenze durante l'epoca del Risanamento del centro cittadino.
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