Sesto Fiorentino è una delle Città della Porcellana. Qui è stata fondata la Manifattura delle Porcellane di Doccia, oggi Richard Ginori 1735. E' il luogo dove Pinocchio è stato scritto ed ambientato. Sesto Fiorentino è una città ricca di storia, di personaggi illustri, di arte, di architettura ma qualcuno sembra essersene dimenticato. Proviamo a ricordarlo a tutti...
venerdì 6 novembre 2009
IV periodo - Lorenzo II Ginori Lisci 1838-1878
Il "IV periodo - dal 1838 al 1878" è quello che vede, la diffusione dei prodotti in tutto il mondo. Tra il 1870 ed il 1896 il numero degli operai passò da 500 a 1500 e la produzione di maioliche subì un notevole aumento e raggiunse un perfezionamento tale da poter riprodurre le famose maioliche rinascimentali e le antiche opere dei Della Robbia. Comincia lo stile Liberty, e con la proclamazione del Regno d'Italia la Manifattura ricevette anche commissioni da parte dei Savoia e, in collaborazione con i fotografi Alinari, venne perfezionata la tecnica di fotografia applicata alla porcellana. Ancora una volta alla morte del padre, Carlo Leopoldo Ginori, il proprietario designato, Lorenzo II, non era ancora maggiorenne, e fu necessario un periodo di tutorato. In questo periodo la famiglia Fanciullacci assunse sempre più la gestione della manifattura. Questa situazione indusse Lorenzo II dopo il tutorato di licenziare i Fanciullacci. Dal 1847 l'erede gestì l'impresa dimostrandosi subito molto abile ed esperto ceramista ed applicando la chimica appresa a Parigi. Si affiancò a collaboratori validi quali Paolo Lorenzini, Maestro di Doccia dal 1854 al 1878 e fratello di Carlo lo scrittore noto come Collodi. Insieme affrontarono e vinsero la sfida del nuovo mercato nazionale apertosi in seguito all'abbattimeno delle barriere protezionistiche che frazionavano la penisola prima del 1861, non rimanendo schiacciata dalla concorenze dei paesi stranieri dove la Rivoluzione Industriale era maggiormente avanzata. Nel 1850 Lorenzo II ideò e costruì un nuovo forno che consentiva l'ossidazione del piombo e dello stagno per la composizione delle vernici metalliche, che cominciarono ad essere applicate sulla porcellana per realizzare gli effetti cangianti propri dei lustri. Oltre al risultato migliore rispetto ai forni precedenti ottenuto in tempo minore, la nuova fornace consumava solo la trentacinquesima parte del combustibile necessario in precedenza e sottraeva gli operai dal diretto contatto con i vapori tossici e le esalazioni che si sprigionavano durante la cottura e risparmiò loro anche l'elevatissima temperatura dell'officina. Con la proclamazione dell'Unità D'Italia nel 1881 venne organizzata a Firenze la Prima Esposizione Artistica ed Industriale, dove la manifattura ottenne la Medaglia d'Oro. La ditta espose anche a New York nel 1853, a Sydney nel 1879, a Melbourne nel 1881 e a Rio de Janeiro nel 1884. Intanto furono introdotti a Doccia macchinari che migliorarono le operazioni di foggiatura e colaggio. Nel 1867, vista l'esplosione produttiva, fu impiantato in Val di Marina, nel Comune di Calenzano, un nuovo edificio, detto Ginoriana, con ben 24 macine che servivano sia per le paste che per le vernici, in sostituzione di quello costruito anni prima a Firenze. Furono aperti nuovi negozi per la vendita a Firenze, Napoli, Roma, Bologna, Milano, Torino. Nel 1872 fu fondata a Sesto Fiorentino la Scuola di Disegno Industriale, con il preciso scopo di formare maestranze specializzate destinate a trovare occupazione nello stabilimento di Doccia. La produzione, come uso dell'epoca riflettè i motivi classici, determinando tuttavia uno stallo poco innovativo Con la proclamazione di Firenze capitale d'Italia inizia una regolare produzione per il regno sabaudo. Il re Vittorio Emanuele II durante la sua visita alla fabbrica del 1861 ne rimase affascinato. Fra le varie committenze si ricorda il raffinatissimo servizio da caffè in porcellana a "guscio d'uovo", o le toelette, ovvero le cosiddette "porcellane da camera", fra cui si distinse il modello"servito inglese", composto generalmente da due mesciacqua, un bacile, quattro scatole rettangolari per sapone e spazzolini, quattro vasetti di misure diverse per pomate o talco. Furono poi realizzate per i sabaudi le tazzè da colazione, intorno all'anno 1865, ed un'opera veramente singolare: il servizio per il Kedivè d'Egitto, con decori ispirati all'arte dell'antico Egitto. In questoperiodo si ha anche la comparsa di immagini tratte da foto, grazie all'aiuto valente dei fratelli Alinari, da riprodurre sulla porcellana, mediante cromolitografia. Durante questo periodo grande importanza fu data alla produzione di ceramica. Fra questi oggetti sono da segnalare dei sedili dalle forme più svariate: a tamburo, a cuscino, o con scimmia tra filodendri che nell'esposizione di New York suscitarono notevole interesse. Nel 1878 il marchese Lorenzo II muore e la fabbrica viene ereditata dai quattro figli: il primogenito Carlo Benedetto, ne assumerà la direzione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento