domenica 26 settembre 2010

Una piccola deviazione fino alla Tomba della Mula

Visto che siete degli sportivi e che come tali avete avuto voglia di scalare la salita della Castellina per andare a trovare delle "perle" di bellezza sestese non credo che sia giusto non ricordare che proprio di fronte all'ingresso della Chiesa di Quinto Alto una stretta strada in discesa porta ad un'altra tomba etrusca che purtroppo è privata e difficilmente visitabile: ecco comunque come la ricorda Wikipedia: "La Tomba della Mula si trova in via della Mula 2 in Sesto Fiorentino (FI). Si tratta di una tomba a thòlos (falsa cupola) risalente al VII secolo a.C., in un ottimo stato di conservazione. Il nome rievoca un'antica leggenda toscana, che riportava come nelle campagne attorno a Firenze fosse sepolta una mula d'oro massiccio: in effetti è un riflesso dei tesori del mondo etrusco e romano che talvolta venivano accidentalmente rinvenuti nel sottosuolo. È nota almeno dal XV secolo, quando venne incorporata nell'attuale Villa Garbi Pecchioli come cantina, modificandone il pavimento e demolendone una parte del dromos (la struttura di accesso). Presenta una copertura cupoliforme e misura circa 9 metri di diametro. A differenza della vicina e coeva tomba della Montagnola non presenta all'interno un pilastro di sostegno, ma le pareti si curvano sin dal livello del suolo per chiudersi in alto. La tecnica della tholos era conosciuta in tutta l'area del Mediterraneo orientale, come testimonia per esempio il celebre Tesoro di Atreo presso Micene in Grecia. Sebbene non raggiunga le dimensioni delle tombe micenee, si tratta di una della più grande "cupola" pre-romana conosciuta in area italica. Nei pressi sorge il parco di Villa Solaria, dove, nel 1820, fu ritrovata un'altra tomba, poi demolita per utilizzarne le rocce. Nel 1905 è stata dichiarata Monumento Nazionale".

domenica 19 settembre 2010

ancora sulla chiesa di Santa Maria a Quinto Alto e dell'oratorio di San Poteto

Grazie alle notizie della pubblicazione "I luoghi della fede" voluto dalla Pro Loco di Sesto Fiorentino siamo anche in grado di dare qualche notizia in più sulla chiesa di Santa Maria a Quinto e soprattutto sull'Oratorio di San Poteto che oggi versa in condizioni davvero critiche (un altro monumento meraviglioso di Sesto Fiorentino ormai caduto nel "dimenticatoio e destinato a fare una "brutta fine"): "Sulle estreme falde dei colli che formano la base meridionale ad est di Monte Morello, alla sinistra del torrente Zambra, nelle immediate vicinanze dell'ipogeo etrusco a tholos della Montagnola del VII secolo a.C. e non lontana dal convento dei frati Carmelitani della Castellina e sopra la strada che da Castello si collega con Via Fratelli Rosselli risiede la chiesa di Santa Maria a Quinto. Nell'anno 1013 il Vescovo Ildebrando donò al monastero di San Miniato a Monte sopra a Firenze un pezzo di terra posta nella corte di Quinto. I monaci, acquistato il giuspatronato della chiesa parrocchiale compreso sia i beni e le pertinenze, diventano i beneficiari e fondatori. Queste notizie sono confermate da una bolla del Pontefice Lucio III con data: Verona marzo 1184. La Chiesa di Quinto subì un pesante restauro nel 1770 a spese del popolo e per volere del parroco Domenico Cioni. Nella chiesa si trovano delle sepolture con le armi delle famiglie Dazzi e Strozzi ed è visibile anche il sepolcro dei Tognozzi Moreni. Fra le opere d'arte presenti nella chiesa è da ricordare un ciborio di marmo finemente scolpito del secolo XIV con lo stemma degli Aldobrandini di Piazza Madonna. Nella Sacrestia si trova una tavola di scuola giottesca che rappresenta un'Annunciazione, sopra la tavola è scritto che il committente dell'opera è "Maria Giovanna di Dino da' Grilli a rimedio suo e de' suoi". Di un certo interesse è una croce processionale di rame dorato della fine del secolo XIV. Separata dalla chiesa è la cappella della compagnia dove era conservato un trittico del secolo XIV (adesso è in restauro). Sopra al trittico sono dipinte la Vergine con il Bambino ed i Santi: Pietro, Filippo, Lorenzo e Jacopo e nelle cuspidi la figura dell'Eterno Padre che benedice e le figure dell'Annunciazione. In basso è riportata una scritta dove si legge che Filippo Bonzo fece dipingere questa tavola nel "MCCCLXXXXIII dì VII settembre per rimedio delamina sua e suoro". La compagnia fu in antico un oratorio dedicato a San Poteto".

martedì 14 settembre 2010

La chiesa di Santa Maria a Quinto

Per chi avesse avuto la voglia di compiere la digressione dal "Cammino di Pinocchio" consigliata nei post scorsi addesso è il momento di tornare indietro, di ripercorrere tutta la strada in discesa per arrivare di fronte alla Chiesa più importante del territorio. La chiesa di Santa Maria si trova a Quinto, nel comune di Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, diocesi della medesima città. Di fondazione romanica, fu radicalmente ristrutturata nel 1770 e ancora restaurata negli anni venti del Novecento. Alla chiesa appartengono due importanti dipinti non più conservati in loco, ma esposti a Firenze nel Museo Diocesano di Santo Stefano a Ponte: una tavola raffigurante una "Annunciazione" di sapore tardo gotico assegnata al cosiddetto Maestro della Madonna Strauss della fine del Trecento, e un trittico con la "Madonna in trono col Bambino e quattro santi" di Spinello Aretino che reca la data 1393.
Ecco cosa è scritto sulla chiesa sul Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti:
"QUINTO nel Val d'Arno sotto Firenze. Contrada deliziosa fra sesto e Castello, dalla quale ha preso il vocabolo la parrocchia di S. Maria a Quinto, nel piviere Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a levante grecale di sesto Diocesi e Compartimento di Firenze. La chiesa di Quinto risiede sulle falde estreme dei colli che formano la base meridionale del monte Morello, alla sinistra del fosso Zambra e sopra la strada rotabile che staccasi dalla provinciale di Prato, al borgo sotto Quarto, la quale passando per castello, Quinto, Doccia e Colonnata ritorna sulla provinciale al di là del Borgo di Sesto. Nel distretto di Quinto fino dal secolo XI se non prima possedeva il capitolo della cattedrale di Firenze, mentre nel 1037 il Pontefice benedetto IX e quindi nel 1050 Leone IX, finalmente nel 28 dicembre 1076 Gregorio VII confermarono la Corte di Quinto a quei canonici, e fu nel principio del secolo stesso quando il Vescovo Ildebrando (anno 1013) donò al monastero da esso fondato in S. Miniato al Monte sopra Firenze un pezzo di terra posto nella corte di Quinto, dove più tardi quei monaci acquistarono il giuspadronato della chiesa parrocchiale compresi i suoi beni e pertinenze. La qual cosa apparisce anche meglio da una bolla del Pontefice Lucio III data in Verona nel marzo 1184.
a chiesa di Quinto fu rimodernata e abbellita nel 1770 a spese del popolo per le cure del suo parroco Domenico Cioni. Il distretto di Quinto va adorno di molte ville signorili, fra le quali primeggiarono quella Borghesi, già Torrigiani, la Mula del Dazi ora Gherardi, e sopra tutte la villa Torregiani, già Guidacci, che il Marchese Pietro Torrigiani ha di recente ricostruita quasi per intiero, adornandola di una magnifica ed elegante scala, nel tempo che va cingendola di vasti e ridenti praterie sostituiti a campi sativi coperti di alberi da frutto, e più che altro di ulivi, cui sottentrano piante di fiori e deliziosi boschetti praticabili per sinuosi viali.
La parrocchia di S. Maria a Quinto nel 1833 noverava 552 abitanti.
QUINTO nel Val d'Arno sotto Firenze. - Si aggiunga. - Fra i molti atti del secolo XIII relativi alla chiesa parrocchia di S. Maria a Quinto ne rammenterò uno del 4 giugno 1296, col quale un Manetto del fu Cambio di Andrea di Torrigiano del popolo di S. Maria a Quinto alienò al priore della chiesa di S. Maria Maggiore di Firenze un pezzo di terra posto nel popolo di Quinto, cui confinava da un lato Lapo del fu messer Brunellesco de' Brunelleschi. - (LAMI, Memor. Eccl. Flor. pag. 1023.). Anche in una membrana del 16 gennajo 1343 scritta nel popolo di S. Maria a Quinto, si legge, che Boccaccio del fu Ottaviano de' Brunelleschi del popolo di S. Leone di Firenze, avendo donato due giorni innanzi alla sua sorella (donna Tora) un pezzo di terra posto nel popolo di S. Maria a Quinto, nel giorno predetto. (16 gennajo) la stessa di lui sorella lo ricedè a Piccarda sua figliuola, (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Ornato in Polverosa).

a sommità del campanile di questa chiesa misurato dal Padre Generale Cavalier Giovanni Inghirami corrisponde a braccia 162,2 sopra il livello del mare Mediterraneo.

giovedì 9 settembre 2010

Le tombe di Palastreto

Per chi avesse deciso di fare la deviazione dal Cammino di Pinocchio da noi consigliata, speriamo ormai che la voglia di nuove scoperte non si sia definitivamente spenta in cima alla salita che porta al Conevento, perché gli appassionati potrebbero continuare ormai a salire per dare un'occhiata anche all'insediamento villanoviano di Palastreto: ecco come ne parla Wikipedia: "La Necropoli di Palastreto è una necropoli etrusca risalente all'VIII secolo a.C., nella zona di Quinto Fiorentino (Sesto Fiorentino, Firenze), presso Santa Lucia alla Castellina. La necropoli fu utilizzata da più villaggi etruschi della zona tra l'VIII e il VI secolo a.C. La fase più antica è testimoniata dalle sepolture a pozzetto, buche circolari ricavate nella roccia delimitate in alto da pietre disposte a cerchio per arginare la terra circostante. All'interno di queste buche venivano calate le urne con le ceneri dei defunti, spesso corredate da alcuni oggetti simbolici.
Sono stati scavati alcuni pozzetti "gemelli", separati solo da un sottile diaframma di pietra, forse destinati a individui legati da vincoli familiari. Le sepolture più grandi e tarde sono rivestite di roccia su tutta la superficie interna, ed una in particolare ha una notevole profondità, destinata a forse ospitare più di un'urna, ed una forma quadrangolare. Oggi le buche sono ricoperte, i materiali ritrovati si trovano a Firenze e a Sesto Fiorentino, mentre l'area è liberamente visitabile". Ma adesso che abbiamo visto praticamente tutto delle necropoli villanoviane-etrusche sorge spontanea la domanda che in tanto fanno finta di dimenticare: e dove'era l'acropoli. Alcuni sostengono a Poggio al Giro, altri tra Colonnata e Camporella. Fatto sta che il mistero resta ma che al solito non ci sono i finanziamenti per risolverlo. Speriamo che dalle colonne di questo blog non possano venire altri interventi e discussioni che possano sollevare la questione...

venerdì 3 settembre 2010

il centro spirituale italiano del Ciclismo ha la sede al convento della Castellina

Credo che sia giusto rendere nota la lettera di presentazione che è stata inviata al momento della nascita nel 2007 del CENTRO SPIRITUALE DEL CICLISMO che si trova presso il convento della Castellina:
"A TUTTE LE SOCIETA’ CICLISTICHE DELLA TOSCANA
Egregi Signori,
Permettete che ci presentiamo. Siamo un gruppo numeroso di laici, che frequentiamo il Convento di S. Lucia alla Castellina dove negli anni 70 la squadra ciclistica della Filotex, si trovava regolarmente per la presentazione alla stampa.
Oltre alla presentazione della “FILOTEX” leader nel mondo del ciclismo professionistico, abbiamo organizzato molte altre manifestazioni anche a livello dilettantistico, grazie al “carisma” di un sacerdote carmelitano, il nostro Padre Agostino Bartolini grande “amico” e confidente di Vincenzo Torriani e Adriano Rodoni e Adriano De Zan, i quali erano sempre presenti a queste manifestazioni. Questa passione per questo sport è rimasta nel nostro cuore, per vari anni Padre Agostino ha raccontato la propria esperienza ed ha trasmesso il desiderio di portare anche in questo ambiente sportivo la presenza di Dio che non possiamo racchiudere nelle mura di una chiesa. Così nel 2003 abbiamo organizzato una festa per tutti i campioni del ciclismo che hanno ruotato intorno alla Filotex e a tutto il ciclismo nazionale e internazionale, poi tre anni fa il premio “Coraggio e Avanti”, premiando il miglior neo professionista (Emanuele Sella, Enrico Gasparotto e Vincenzo Nibali) e l’anno
scorso un meeting dei direttori sportivi delle squadre professionistiche. Abbiamo formato un comitato e dietro l’attenta “regia” del grande amico Piero Pieroni, siamo entrati in contatto con varie autorità civili, sportive e religiose che ci hanno “premiato” con la loro partecipazione e abbiamo stretto i rapporti con la Federale ciclistica nella persona del Dott. Di Rocco Renato e con la lega professionisti nella persona del Dott. Alcide Cerato.
Da ciò è nata la richiesta di riconoscere la nostra Chiesa quale centro Spirituale e recentemente ed in data 10 maggio 2007 è arrivata la lettera della federazione Ciclistica che ci onora di essere riconosciuti quale CENTRO SPIRITUALE DEL CICLISMO.
Voi capite che Padre Agostino, visto gli anni che sono passati è anziano, ma accanto a se ha due giovani sacerdoti: Padre Raffaele Duranti (attualmente superiore del Convento) e Padre Agostino Gelli (figlio del noto titolare della Filotex Edo Gelli) che continuano a portare nel cuore la stessa passione per questo sport.
Tuttavia, proprio per il carisma di P. Agostino Bartolini il convento è meta giornalmente di visite di persone provenienti da ogni parte della Toscana per consigli, colloqui, benedizioni e altro, trovando sempre conforto e pace in questa oasi spirituale. Mediante questa lettera noi siamo qui per offrirvi la nostra disponibilità per assistenza spirituale alle vostre società, aiutare la crescita dei ragazzi, contribuire perché dietro all’atleta possa crescere una persona matura capace di testimoniare i valori umani, sociali e cristiani. Noi siamo alle prime esperienze, ma con tanta voglia di realizzare l’obiettivo per cui è nato questo centro, e attendiamo da voi in un clima di costruttivo dialogo suggerimenti, proposte per aiutare i giovani e il mondo del ciclismo a riscoprire e valorizzare i valori fondamentali della vita. Un pensiero particolare va a tutte le persone con incarichi di responsabilità nella squadra: presidente, manager, direttore sportivo, allenatore, massaggiatore... Aiutateci in questo cammino che vogliamo fare
insieme a tutti voi perché la vostra passione, il vostro impegno possa vedere i risultati importanti nello sport e nella vita. “Coraggio” ad andare “Avanti” perche’ questo sport sia sinonimo di intelligenza, di forza, di rispetto e di onesta’.
Vogliamo conoscerVi ed incontrarVi, sarete sempre i benvenuti al nostro convento, che si trova in una bellissima posizione panoramica di Firenze, abbiamo locali per incontri a vari livelli, e una comunità che si impegna nelle varie manifestazioni, perché tutto possa riuscire al meglio. Con sincera amicizia e stima.
La comunità Carmelitana e il Consiglio degli amici del ciclismo".
Tel e Fax 055 452244 www.castellinacentrospiritualeciclismo.it

giovedì 2 settembre 2010

Convento e chiesa di Santa Lucia alla Castellina

Per i più "coraggiosi", che hanno voglia di affrontare uan salita impervia pur di fare un piccola deviazione dal "cammino di Pinocchio" (e che mi sento di consigliare), ecco quello che dice wikipedia sulla struttura che si troveranno a vedere: "Il convento e la chiesa di Santa Lucia alla Castellina si trova sulla collina di Quinto Fiorentino, presso Sesto Fiorentino in provincia di Firenze, diocesi della medesima città. Il convento carmelitano, edificato agli inizi del XVI secolo e ristrutturato intorno al 1640; conserva un ricco patrimonio artistico. La chiesa del 1626-27 è un integro ed elegante esempio di barocco, ricca di affreschi, decorazioni, stucchi, ove si sono conservati anche i confessionali in noce intagliato (1712). L'opera di maggior rilievo è l' Assunta col Bambino e santi del Volterrano (1682). Altre opere notevoli sono I funerali di Sant'Alberto di Orazio Fidani (1645), la Flagellazione di Bartolomeo Salvestrini (1626), L'orazione nell'orto di Jacopo Vignali (1626), la Madonna del Rosario di Vincenzo Meucci (1731), i Santi Andrea Corsini e Maria Maddalena dei Pazzi con angeli (1749), e le figure dipinte ad affresco (1749) che circondano un bel Crocifisso ligneo".

mercoledì 1 settembre 2010

La castellina a Sesto Fiorentino

La villa Tognozzi Moreni fa anche da punto di riferimento per salire lungo Monte Morello per arrivare alla località "La Castellina", di cui ci sembra doveroso dare menzione per gli appassionati dei luoghi di Pinocchio, visto che gli studiosi asseriscono che se quasi sicuramente il Collodi faceva riferimento alla Fiera di Sesto per ambientare il suo Paese dei Balocchi, non sono pochi quelli che sostengono che fosse proprio l'altrettanto importante e famosa fiera che si svolgeva a La Castellina ad aver ispirato lo scrittore. Ecco quello che ci ricorda sulla località Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti: "CASTELLINA DI SESTO nel Val d'Arno fiorentino. Convento sopprresso di carmelitani con chiesa bellissima, tutta adorna di marmi (S. Lucia) nel popolo di S. Maria a Quinto, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 1 e 1/2 a levante di Sesto, Diocesi Compartimento e miglia toscane 4 e 1/2 a maestrale di Firenze. Fu in origine una casa torrita o villa signorile che, a distinzione della vicina villa Reale di Castello, prese il diminutivo di Castellino o Castellina. - Era posseduta dal senatore fiorentino Gianni Boni quando fu donata ai carmelitani della congregazione di Mantova, che riedificarono nel secolo ultimo scorso chiesa e clausura. Il luogo è ricco di fonti perenni provenienti dalla Doccia che da Monte Morello porta una maggior copia di acque alla fabbrica delle porcellane del Ginori. È uno dei punti di vista più magnifici e più deliziosi per ammirare il popolatissimo bacino dell'Arno sotto Firenze, che è il vero Giardino della Toscana".