sabato 29 gennaio 2011

villa ragionieri torna a nuova vita

E' quasi un anno che la Villa Ragionieri di Sesto Fiorentino, è la nuova sede del Centro Oncologico Fiorentino progettata da CSPE - Centro Studi Progettazione Edilizia. L’intervento ha vista la progettazione di un moderno centro sanitario ad alta specializzazione tecnologica che riguarda il recupero di una preesistenza storica e l’integrazione di un consistente ampliamento. All'interno ha trovato posto anche Villanova, la clinica di Fondiara Sai convenzionata con l´azienda sanitaria di Firenze. "La moderna struttura - si legge in un comunicato stampa della Regione - al confine tra Sesto Fiorentino e Firenze per molto tempo, addirittura anni, sembrava destinata a diventare il polo oncologico dell´area fiorentina grazie all´acquisto da parte della Regione. L´inchiesta sull´area di Castello ha congelato l´interesse da parte dell´amministrazione, che prevedeva di spendere ben 80 milioni di euro per l´acquisizione. Così Villa Ragionieri parte con un profilo basso, per crescere nel giro di un paio d´anni e nel frattempo accaparrarsi qualche nuova convenzione con il servizio pubblico, che potrebbe aver bisogno di acquistare prestazioni di carattere oncologico. Da giugno, dunque, si è partiti con l´oncologia della mammella, attività che già veniva svolta per conto della Asl (cioè gratuitamente per i pazienti) con circa 350 interventi ogni anno. Si faranno anche prestazioni di ortopedia e delle altre specialità che erano già svolte da Villanova. La prospettiva è quella di crescere lentamente, chiamando anche professionisti da fuori e sviluppando l´attività oncologica, per svolgere la quale la struttura, dotata di è attrezzature all´avanguardia, è stata pensata. Non si cerca di fare concorrenza alle strutture pubbliche, è la parola d´ordine che circola dentro la struttura sanitaria di Fondiaria Sai, ma si spera di poter convenzionare parte delle attività con la Regione". Nel frattempo oggi già si parla di ginecologia e di creazione di un punto nascita. La difficoltà di far dialogare antico e nuovo è acutizzata dal pregio paesaggistico del luogo alle pendici del Monte Morello e dalla necessità di inserire, in un contesto di valore storico ed ambientale, tutta l’alta tecnologia indispensabile al funzionamento di un moderno centro di ricerca biomedica.
Come testimonia il Carrocci, nel suo libro “I dintorni di Firenze”, Villa Ragionieri sembra che tragga le sue origini nel Trecento quando veniva denominata Fontenuova o la Torre. Già nel Quattrocento viene ampliata per poter costruire due nuclei fondamentali nella realizzazione della “casa da signore”. nel Seicento, si aggiunge la Cappella che solo in un secondo momento viene collegata alla villa da una nuova costruzione. Nel trado XV secolo viene acquistata dai Da Fortuna, che provenivano dal Mugello, ma già a metà del secolo passa ai Boni del popolo di Santa Maria Maggiore che la restaurarono nel 1595, come testimonia una targa sopra l'ingresso.. Nel 1648 alla scomparsa della famiglia successe il "solito" Michelozzo che per lungo tempo vi soggiornò. Nel diciannovesimo secolo la proprietà passa ai Bartolini finché nel 1892, il complesso viene acquistato dal Dott. Attilio Ragionieri che arricchisce la villa di decori ed abbellisce il giardino con aiuole, siepi e giochi d’acqua. Dal 1949 al 1971, il nuovo proprietario, il Prof. Osvaldo Meco, adegua gli spazi della villa per trasformarla in casa di cura. Nel 2000, quando iniziano i rilievi, il complesso si trova in stato di abbandono e di avanzato degrado. Nonostante le modifiche fatte durante il Novecento, l’impianto secentesco a “U” della villa è però ancora leggibile e gli interni presentano elementi di pregio come soffitti cassettonati, decori, mosaici e pitture murali che impreziosiscono il tradizionale bicromatismo toscano, che identifica con il grigio gli elementi strutturali e con il bianco le superfici murarie di riempimento. Il luogo e la sua architettura hanno una identità storica da valorizzare, come i terrazzamenti e l’antico asse di accesso risalente alle centuriazioni romane.

sabato 1 gennaio 2011

Giuseppe Bezzuoli, i macchiaioli e l'omino di burro


Basta leggere la vita di Giuseppe Bezzuoli su Wikipedia per capire quale fu la sua importanza nell'arte fiorentina. In particolare non possiamo dimenticare che fu maestro dei fiorentini che divennero poi conosciuti come i "macchiaioli". Probabilmente è proprio al suo allievo Giovanni Fattori che la nostra città deve il suo quadro più importante "La diligenza a Sesto". Il quadro è riemerso solo lo scorso anno, dopo essere stato dato per disperso per ben 75 anni all'interno della spettacolare collezione d’arte di Riccardo Molo, uomo d’affari di origine ticinese, attivo a cavallo tra Ottocento e Novecento tra Ticino, Berlino, Rio de la Plata, in Argentina, e soprattutto in Italia. E assolutamente italiana è la grande raccolta d’arte che Riccardo Molo riuscì a mettere insieme: Previati, Mosè Bianchi, Segantini, Delleani, Cabianca, Pasini, Fattori, Delbono… in un progetto, tipico dei quegli anni, di raccolta dei vertici di ogni singola “scuola regionale”. La mostra è stata itinerante per tutto lo scorso anno tra il Canton Ticino e la Liguria, ma non sappiamo ancora se prima o poi qualcuno la vorrà riportare anche a Firenze. Per gli appassionati di Pinocchio dobbiamo ricordare che l'opera non è altro che la traposizione su tela di quel carretto che univa Firenze a Sesto Fiorentino a cui probabilmente il Collodi si ispirò per creare la diligenza che portava i bambini al paese dei Balocchi (che probabilmente era la Fiera in centro di Sesto Fiorentino) e il suo conducente che vediamo alla destra del quadro è l'"omino di Burro" in carne e ossa. Chi infatti ha ricordato negli scritti la figura del guidatore del carro lo ha sempre descritto come viene raffigurato nel quadro. Ecco come Wikipedia ricorda Giuseppe Bezzuoli (Firenze, 1784 – 1855). E' stato un pittore italiano. Fu pittore di soggetti storici, fece affreschi a ville e palazzi e molti ritratti. Preferì i temi romantici, ma non si allontanò dai canoni accademici. Insegnò all'Accademia di Belle Arti di Firenze e fu professore di pittura nel 1844, succedendo al suo maestro Pietro Benvenuti, che, a Fiesole, fece costruire la propria villa, Villa Benvenuti. Egli ebbe allievi che, in seguito, divennero celebri: Antonio Ciseri, Carlo Ademollo, Giovanni Fattori e Silvestro Lega. Tra le sue opere c'è il ritratto di Leopoldo II di Lorena, Granduca di Toscana (1797-1870), dipinto vestito da cavaliere di Santo Stefano; La Granduchessa Maria Antonia (1836), moglie di Leopoldo II, quadro che si trova alla Galleria d'Arte Moderna (Firenze), dove c'è anche L'entrata di Carlo VIII in Firenze, dalla porta di San Frediano il 17 novembre 1494 (quadro del 1827). Nella Chiesa di San Remigio a Firenze si trova una sua pala su un altare San Remigio battezza Re Clodoveo (1821). Bezzuoli fece anche l'affresco di Galileo Galilei (1564-1642), dal titolo Galileo Galilei esegue l'esperimento della caduta dei gravi per la Tribuna di Galileo, nel Museo La Specola (Fisica e Storia Naturale). Da ricordare inoltre, il San Marco Evangelista conservato nella Cappella di San Marco alle Grotte nei pressi di Portoferraio commissionatogli nel 1824 dalla famiglia Lambardi. Vari bozzetti del Bezzuoli sono nella Galleria d'Arte Moderna. Al Bezzuoli appartenne la villa che porta il suo nome, Villa Bezzuoli, situata a Fiesole.