giovedì 13 maggio 2010

I graffiti presenti sulla tomba della Montagnola

E' decisamente importante sapere che nella tomba della Montagnola sono anche stati ritrovati dei graffiti "integrati" da simboli floro-faunistici. In particolare sulle ante delle celle: su quella di sinistra si distingue distingue anche un profilo geometrico di un cavallo, mentre su quella di destra la protome disegnativa di un cinghiale, in altre parole, una stilizzazione della parte anteriore del noto animale. Con questo anche un albero stilizzato al massimo, uniti a delle lettere dell'alfabeto etrusco. In altra parte si riconoscono lettere puniche che purtoppo ad oggi sono state fin troppo poco studiate. E visto che ormai l'apertura della tomba si sta approssimando sempre più è proprio su questi graffiti, i più sottoposti al degrado esterno che si concentrano le maggiori aspettative rigurdandi lo stato di conservazione della tomba restaurata. Vedremo...

martedì 11 maggio 2010

Il ritrovamento di una nuova tomba etrusca


I lavori intorno alla zona archeologica hanno peraltro consentito il ritrovamento di una nuova tomba a camera di poco successiva alla Montagnola, che risale al VII secolo a.c.. "Si tratta di un monumento più piccolo, largo circa due metri per due - ha spiegato Cianferoni - collocato probabilmente a protezione del dromos della tomba principale". Secondo la vicesoprintendente, "con questa scoperta e con la presenza assai probabile di altre piccole tombe simili nell'area, il complesso può essere definito a tutti gli effetti una piccola necropoli". Il progetto di salvaguardia, consolidamento e restauro della tomba della Montagnola, straordinario esemplare dell'architettura funeraria etrusca, è costato complessivamente circa sette milioni di euro, interamente finanziati da Tav nell'ambito degli accordi per il tratto fiorentino dell'Alta Velocità ferroviaria. Attualmente sono in via di ultimazione gli interventi di restauro e conservazione dell'apparato murario interno. All'esterno è stata rimossa in una prima fase la vegetazione presente sul tumulo ed è stato posizionato un manto drenante allo scopo di ripristinare il giusto grado di umidità del terreno e degli ambienti interni. Per far apprezzare ai visitatori l'area monumentale nella sua interezza, saranno realizzati percorsi semianulari lungo la circonferenza del tumulo e una scala esterna nell'area a nord-ovest, dalla quale si potrà superare il dislivello esistente e accedere all'interno della tomba. L'intervento sarà infine completato con la posa di un nuovo manto erboso che ricreerà l'originaria centralità visiva e prospettica del tumulo.

domenica 9 maggio 2010

La scoperta della tomba etrusca della Montagnola


Credo sia importante ricordare il momento della scoperta della tomba traendolo dallo scritto "Tomba Etrusca della Montagnola" di Marcello Mannini e Frido Chiostri, due degli scopritori. "Alla profondità di sette metri e a dodici metri di distanza dal centro della collina, ecco apparire sotto lo strato di argilla compatta un ammasso di grosse pietre di alberese e terriccio, e i primi frammenti di metallo corrosi dall'ossidazione. Erano i primi elementi dopo mesi di lavoro, a convalidare la certezza della natura artificiale del tumulo e testimonianza certa di come l'uomo avesse operato per elevare questo eccezionale riporto di terra e sassi. A questi primi frammenti si aggiunsero lamine di rame, di osso e di oro, insieme a resti di piccoli vasetti in cotto, evidentemente collocati, come poi risultò, al margine esterno di una delle camere sepolcrali che componevano la costruzione sotterranea. Forzando infatti alcune grosse pietre che apparivano alla vista, fu possibile penetrare la mattina del 24 giugno 1959, nell'interno dell'ipogeo costituito da tre camere dispostea forma di croce, le cui caratteristiche, nonostante la terra che occupava quasi metà dell'altezza degli ambienti, indicavano già il valore della scoperta in quantociò che si vedeva rivaleggiava e superava in importanza con le più grandiose costruzioni funerarie del Cortonese e del Volterrano populoniese appartenenti al VI-VII secolo avanti Cristo".

venerdì 7 maggio 2010

il corredo della tomba


La tomba della Montagnola, scoperta nel 1959, risale al periodo etrusco orientalizzante. La sua costruzione è datata al 625 a. C. circa, ma esistono tracce di una tomba precedente. Il dromos (cioè il corridoio) esterno, lungo circa 14 metri, era in antico senza copertura e fu edificato con grandi blocchi, volutamente irregolari, disposti a filari orizzontali. Nel dromos interno, anch’esso a grandi blocchi, irregolarmente sbozzati, si aprono due celle laterali; sulle ante di quella di destra restavano, al momento della scoperta, deboli tracce di pittura.
La camera centrale (tholos) ha altezza e diametro di pari dimensioni: circa 5 metri. Si alza quasi verticale fino ad una certa altezza, poi la volta si richiude in filari di blocchi aggettanti. Al centro della volta si incastra il pilastro centrale, intonacato di stucco scuro così da assumere in basso l’aspetto di un monolite. Resti di chiodi su tutte le facce del pilastro fanno ipotizzare la presenza di oggetti appesi simmetricamente su di esso. Esternamente la tomba era delimitata da un muro circolare perimetrale (tamburo), sopra il quale si innalzava il tumulo di terreno, che stabiliva l’aspetto esterno fondamentale. Il corredo della Montagnola che si è conservato è molto frammentario. Fra gli avori spicca una porzione di zampa di sgabello pieghevole portatile, un oggetto riservato ai magistrati. Di notevole fattura anche alcuni elementi relativi al rivestimento di un probabile recipiente in legno (situla) decorati a fasce orizzontali. Tra gli ornamenti preziosi, di particolare pregio sono una fibula d’oro a sanguisuga, e una tenia d’oro con rosette applicate, di un tipo comune nelle necropoli di Rodi, che probabilmente veniva cucita su un supporto di stoffa. Altri oggetti rari e pregiati confermano l’esistenza di scambi con altre regioni: alcuni alabastra di alabastro egizio di un tipo largamente diffuso in oriente e presente anche nelle necropoli greco-orientali, un alabastron di “bucchero ionico” decorato a incisione forse giunto dall’Etruria meridionale marittima.

mercoledì 5 maggio 2010

Qualche nozione sulla tomba della Montagnola


Mi sembra doveroso per quanti non conoscessero il monumento dare una prima panoramica di nozioni tratte da Wikipedia: La Tomba della Montagnola si trova in via Fratelli Rosselli 95, all'interno del parco di una villa privata, a Sesto Fiorentino (FI). Si tratta di una tomba a thòlos (falsa cupola) risalente all'ultimo quarto del VII secolo a.C., in ottimo stato di conservazione. Fu scoperta nel 1959 e si ricollega a una serie di tombe etrusche gentilizie abbastanza diffuse nella zona del medio corso dell'Arno, detta appunto Etruria delle Tholoi. È costituita da un dromos esterno scoperto e da uno interno coperto da un tumulo di circa 70 metri di diametro, tra i più grandiosi dell'Etruria settentrionale, che porta a un vestibolo a pianta rettangolare che è affiancato da due cellette laterali, una per lato. Il dromos è appoggiato su un tamburo composto da lastre di calcare, in particolare di arenaria e alberese. Vi si accede da quattro ampi gradini discendenti e, nel fondo, una porta architravata con blocchi monolitici. Le celle hanno portali trilitici che si aprono a metà dei due fianchi del vestibolo. Il vestibolo e le celle sono coperti con lastre sporgenti per una forma a doppio spiovente. Un passaggio stretto e lungo porta alla camera sepolcrale a tholos, che presenta pareti perpendicolari alte circa tre metri ed è sormontata da una falsa cupola di circa 5 metri di diametro, con pietre appoggiate via via più sporgenti e sorrette da un solido pilastro centrale rastremato a base quadrata, in tufo calcareo. In più punti sono state rinvenute tracce di intonaco colorato (rosso e azzurro), con resti di graffiti e iscrizioni. I pochi reperti ritrovati negli scavi si trovano oggi al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. La tecnica della tholos era conosciuta in tutta l'area del Mediterraneo orientale, come testimonia per esempio il celebre Tesoro di Atreo presso Micene in Grecia. Sebbene non raggiunga le dimensioni delle tombe micenee, si tratta, con la vicina Tomba della Mula, di una delle meglio conservate "cupole" pre-romana conosciute in area italica.

lunedì 3 maggio 2010

Giornata 1 - Tappa 3 del "Cammino di Pinocchio": La Tomba della Montagnola è la tana del Gatto e della Volpe

Ecco come Nicola Rilli descrive l'episodio del Gatto e della Volpe che hanno il loro covo all'interno della Tomba della Montagnola: "Erano ladri di galline! Il Gatto, così chiamato dal popolo come soprannome, abitava a Sesto. Aveva una moglie chiamata Chichia ed era molto abile ad entrare nei pollai. Abitava in Via del Bandi; sembra che da principio, fosse garzone macellaio e che, poi, trovando più facile rubare che lavorare, si fosse messo a rubare. E, per restare nel mestiere, rubava galline. Era bravissimo ladro, ma non sempre aveva le idee chiare. Per questo si associò ad un altro ladro, la Volpe, che si chiamava di cogmone quasi così. Costui era di Quinto ed era un furbo matricolato. I due rubavano sempre insieme e facevano mille trucchi per non farsi scoprire. Appena fatto il colpo, andavano a nascondere la refurtiva in una località di Quinto detta Bucaccia. La Bucaccia è una collinetta con dentro una tomba etrusca ora rimessa. Allora, invece, il terreno aveva ceduto, si era aperto un buco e attraverso quello il Gatto e la Volpe scendevano nella tomba per nascondere le cose rubate. Ora la collinetta viene chiamata la Montagnola. Si voltò nel buio e vide due figuracce nere tutte imbacuccate in due sacchi di carbone, le quali correvano dietro a lui a salti e in punta di piedi, come se fossero due fantasmi. «Eccoli davvero!» disse dentro di sé: e non sapendo dove nascondere i quattro zecchini, se li nascose in bocca e precisamente sotto la lingua.
Poi si provò a scappare. Ma non aveva ancora fatto il primo passo, che sentì agguantarsi per le braccia e intese due voci orribili e cavernose che gli dissero:
-O la borsa o la vita! Pinocchio, non potendo rispondere con le parole, a motivo delle monete che aveva in bocca, fece mille salamecchi e mille pantomime per dare ad intendere a quei due incappati, di cui si vedevano solo gli occhimattraverso i buchi dei sacchi, che lui era un povero burattino, e che non aveva in tasca nemmeno un centesimo falso. -Metti fuori i denari o sei morto- disse l’assassino più alto di statura. -Morto!- ripeté l’altro. -E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
-No,no,no, il mio povero babbo no!- gridò Pinocchio con accento disperato: ma nel gridare così, gli zecchini gli sonarono in bocca. -Ah! Furfante! Dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua? Sputali subito! E Pinocchio duro! -Ah! Tu fai il sordo? Aspetta un poco, che penseremo noi a farteli sputare! Allora l’assassino più piccolo si statura, cavato fuori un coltellaccio, provò a conficcarglielo, a guisa di leva e di scalpello, fra le labbra: ma Pinocchio, lesto come un lampo, gli azzannò la mano coi denti, e dopo avergliela con un morso staccata di netto, la sputò; e figuratevi la sua meraviglia quando, invece di una mano, si accorse di aver sputato in terra uno zampetto di gatto".