venerdì 7 maggio 2010

il corredo della tomba


La tomba della Montagnola, scoperta nel 1959, risale al periodo etrusco orientalizzante. La sua costruzione è datata al 625 a. C. circa, ma esistono tracce di una tomba precedente. Il dromos (cioè il corridoio) esterno, lungo circa 14 metri, era in antico senza copertura e fu edificato con grandi blocchi, volutamente irregolari, disposti a filari orizzontali. Nel dromos interno, anch’esso a grandi blocchi, irregolarmente sbozzati, si aprono due celle laterali; sulle ante di quella di destra restavano, al momento della scoperta, deboli tracce di pittura.
La camera centrale (tholos) ha altezza e diametro di pari dimensioni: circa 5 metri. Si alza quasi verticale fino ad una certa altezza, poi la volta si richiude in filari di blocchi aggettanti. Al centro della volta si incastra il pilastro centrale, intonacato di stucco scuro così da assumere in basso l’aspetto di un monolite. Resti di chiodi su tutte le facce del pilastro fanno ipotizzare la presenza di oggetti appesi simmetricamente su di esso. Esternamente la tomba era delimitata da un muro circolare perimetrale (tamburo), sopra il quale si innalzava il tumulo di terreno, che stabiliva l’aspetto esterno fondamentale. Il corredo della Montagnola che si è conservato è molto frammentario. Fra gli avori spicca una porzione di zampa di sgabello pieghevole portatile, un oggetto riservato ai magistrati. Di notevole fattura anche alcuni elementi relativi al rivestimento di un probabile recipiente in legno (situla) decorati a fasce orizzontali. Tra gli ornamenti preziosi, di particolare pregio sono una fibula d’oro a sanguisuga, e una tenia d’oro con rosette applicate, di un tipo comune nelle necropoli di Rodi, che probabilmente veniva cucita su un supporto di stoffa. Altri oggetti rari e pregiati confermano l’esistenza di scambi con altre regioni: alcuni alabastra di alabastro egizio di un tipo largamente diffuso in oriente e presente anche nelle necropoli greco-orientali, un alabastron di “bucchero ionico” decorato a incisione forse giunto dall’Etruria meridionale marittima.

4 commenti:

  1. Caro Filippo, gli oggetti che tu citi sono quelli di una mostra fotografica (mi sembra del 1967) di cui esiste un catalogo a stampa, ma gli studi, sia su questi oggetti, sia su altri, sono continuati, esiste ora una vasta bibliografia; l'alabastron (vasetto per profumi) non è di bucchero "ionico" ma bensì locale, di una classe (quella che fa le kilix con le anse traforate e l'incensiere di Artimino) ormai ben nota. Tra gli oggetti della mostra, un frammento fatto a valva di conchiglia (non è in talco, ma d'avorio) è l'elemento di raccordo tra il manico e le piume (di struzzo)di un flabello egiziano. C'era poi uno spiedo (dal greco obelos=obolo) in ferro = un oggetto pre-monetale di scambio a valore standard. Un rozzo cinerario ovoidale (l'unico) in terracotta è importante, perchè sembra sia stato raccolto all'interno della cupola su un riempimento sopra il piano del calpestio che farebbe pensare ad un riutilizzo più tardo della tomba a camera.

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  2. Dimenticavo che c'era anche parte di una oinochoe (bocca) etrusco-corinzia e gli ultimi studi sono su alcuni "avori applicativi incastonati d'ambra" che alcuni farebbero ricondurre ad i rivestimenti di lussuosi letti peloponnesiaci di cui son stati trovati esemplari al Ceramico di Atene, a Cortona ed addirittura nel sud della Germania. Ricordo anche dei materiali che ricevemmo anni fa dal dr. Faggi (aveva scavato la Mont.); c'erano frammenti di ferro che sembravano "damaschinati" con l'argento; si consegnarono alla SAT una quindicina di anni fa.

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  3. Infine, tra i più importanti reperti, i frammenti di due uovi di struzzo decorati ad incisione (l'uovo di struzzo decorato era un tipico prodotto dell'artigianato fenicio, svuotato del tuorlo e utilizzato, segato a metà come coppa, oppure, come nei nostri due casi, come vasetto mediante l'applicazione di un piede ed un collo) i più antichi (VIIIsec) sono dipinti, i più recenti VII-VI sono incisi.

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  4. Grazie ancora caro Etruschi.I tuoi commenti sono davvero preziosi. Saluti Filippo

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