lunedì 3 maggio 2010

Giornata 1 - Tappa 3 del "Cammino di Pinocchio": La Tomba della Montagnola è la tana del Gatto e della Volpe

Ecco come Nicola Rilli descrive l'episodio del Gatto e della Volpe che hanno il loro covo all'interno della Tomba della Montagnola: "Erano ladri di galline! Il Gatto, così chiamato dal popolo come soprannome, abitava a Sesto. Aveva una moglie chiamata Chichia ed era molto abile ad entrare nei pollai. Abitava in Via del Bandi; sembra che da principio, fosse garzone macellaio e che, poi, trovando più facile rubare che lavorare, si fosse messo a rubare. E, per restare nel mestiere, rubava galline. Era bravissimo ladro, ma non sempre aveva le idee chiare. Per questo si associò ad un altro ladro, la Volpe, che si chiamava di cogmone quasi così. Costui era di Quinto ed era un furbo matricolato. I due rubavano sempre insieme e facevano mille trucchi per non farsi scoprire. Appena fatto il colpo, andavano a nascondere la refurtiva in una località di Quinto detta Bucaccia. La Bucaccia è una collinetta con dentro una tomba etrusca ora rimessa. Allora, invece, il terreno aveva ceduto, si era aperto un buco e attraverso quello il Gatto e la Volpe scendevano nella tomba per nascondere le cose rubate. Ora la collinetta viene chiamata la Montagnola. Si voltò nel buio e vide due figuracce nere tutte imbacuccate in due sacchi di carbone, le quali correvano dietro a lui a salti e in punta di piedi, come se fossero due fantasmi. «Eccoli davvero!» disse dentro di sé: e non sapendo dove nascondere i quattro zecchini, se li nascose in bocca e precisamente sotto la lingua.
Poi si provò a scappare. Ma non aveva ancora fatto il primo passo, che sentì agguantarsi per le braccia e intese due voci orribili e cavernose che gli dissero:
-O la borsa o la vita! Pinocchio, non potendo rispondere con le parole, a motivo delle monete che aveva in bocca, fece mille salamecchi e mille pantomime per dare ad intendere a quei due incappati, di cui si vedevano solo gli occhimattraverso i buchi dei sacchi, che lui era un povero burattino, e che non aveva in tasca nemmeno un centesimo falso. -Metti fuori i denari o sei morto- disse l’assassino più alto di statura. -Morto!- ripeté l’altro. -E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
-No,no,no, il mio povero babbo no!- gridò Pinocchio con accento disperato: ma nel gridare così, gli zecchini gli sonarono in bocca. -Ah! Furfante! Dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua? Sputali subito! E Pinocchio duro! -Ah! Tu fai il sordo? Aspetta un poco, che penseremo noi a farteli sputare! Allora l’assassino più piccolo si statura, cavato fuori un coltellaccio, provò a conficcarglielo, a guisa di leva e di scalpello, fra le labbra: ma Pinocchio, lesto come un lampo, gli azzannò la mano coi denti, e dopo avergliela con un morso staccata di netto, la sputò; e figuratevi la sua meraviglia quando, invece di una mano, si accorse di aver sputato in terra uno zampetto di gatto".

1 commento:

  1. alcuni dicono che il Gatto fosse il Giachetti "gattino" macellaio; i Giachetti, a Sesto erano tanti (tutti soprannominati); mi vengono in mente "biagino", "gatto", "gattino", "micio", "micino" (lo conosco bene!)

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