mercoledì 17 marzo 2010

l'acquedotto romano di Firenze passa da Sesto


Nella foto: lo specco dell'acquedotto romano subito sopra il parcheggio del cinitero maggiore.
Oltrepassata la Villa Stanley è stato appena reso accessibile il cantiere realizzato dalla Cevet in ocasione del passaggio dell'alta velocità ferroviaria. Proprio al centro di questa area tuttora da rifinire a possibile ammirare lo speco dell'acquedotto romano che dalla Val di Marina portava l'acqua a Firenze. Infatti nella località calenzanese della Chiusa, è possibile tutt'oggi ammirare, con le dovute attenzioni, la prese che dalla Marinella di Legri incanalava l'acqua, attraverso un percorso settorreneo verso Florentia. Tutte queste notizie si apprendono grazie all'opera dell'architetto sestese Frido Chiostri, autore del libro "L'acquedotto romano di Firenze" tutt'ora reperibile in libreria. L'architetto poi è stato anche uno degli scopritori della Tomba Etrusca "La Montagnola" ubicata a Quinto Alto, proprio di fronte al cantiere dopo è posto lo speco dell'acquedotto romano. La strada curiosamente a "La chiusa" flette dal suo percorso rettilineo che la conduce verso il Mugello: ovvio che la spiegazione possa essere che proprio il complesso sistema di vasche di decantazione dell'acqua necessario prima della sua immissione nell'acquedotto, abbia occupato lo spazio di quella che evidentemente era una strada già attiva prima del periodo romano imperiale, costringendola ad una deviazione. E' poi il tratto calenzanese successivo quello ancora che deve essere studiato, perchè ancora non si sono avute tracce relative al suo percorso. L'acquedotto procede poi nel suo percorso sotterraneo fin verso Colonnata, facendo capolino poco sotto il Ponte all'Amore nell'ansa del fiume Rimaggio, per diventare così il compagno "nascosto" dei trekker che vogliono perorrere il Cammino di Pinocchio. Per chi si perdesse poi l'occasione di "visitare" l'acquedotto a Colonnata, potrebbe avere una seconda chance presso la Villa Reale di Castello. Infatti lo stesso toponimo "Castello" deriva dal latino Cestellum, il contenitore di raccolta delle acque reflue. Ma non perchè questo era il punto di arrivo dell'acquedotto ma solo perchè qui da tempo immemorabile c'è stata una presa del'acquedotto che portava acqua ai campi dei centurioni che a fine "carriera" avevano avuto come ricompensa dai vari imperatori romani, nella zona immediatamente fuori da Florentia, un appezzamento di terra. Si dice che addirittura in un primo tempo potesse essere abusiva. Il percorso prosegue sotterraneo poi fin oltre la Villa Corsini, lungo l'odierna, fiorentina, via Tolentino, dove all'incrocio con via Di Quarto delle recenti costruzioni hanno messo il luce e lasciato esposte al pubblico un altro pezzo di acquedotto. Qui lentamente l'opera usciva piano piano dalla terra per andare a viaggiare su archi oggi irrimediabilmente perduti. Correva lungo la chiesa della Madonnina del Grappa, passava il Ponte a Rifredi (Piazza Dalmazia), per entrare a Firenze dalla Porta Santa Maria oggi inglobata nella Fortezza da Basso. Termine della sua corsa era via del Capaccio (da caput acquae probabilmente), dal cui cestellum andava a rifornire le terme di via delle terme, quelle rinvenute sotto Piazza Signoria, con relativa zona di lavorazione tessuti e quelle più antiche poste proprio al centro della Z.T.L. di Firenze. Tutto quello che avanzava servive per alimentare pozzi e altri servizi della città. Questo è solo un excursus veloce ad una delle opere romane più importanti di Firenze e di cui Sesto si può fregiare di avere una cospicua parte dei 16 chilometri circa di cui era composta, sul proprio territorio, ma di cui in pochi conoscono l'esistenza, al solito...

2 commenti:

  1. qualche giorno si potrebbe fare una chiacchierata sull'acquedotto romano (ho tante di quelle notizie!....)

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  2. Quando vuoi, ma sarebbe meglio che tu mi condividessi quello che sai sul blog in modo che tutti possano venirne a conoscenza, che ne dici?

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