mercoledì 24 marzo 2010

Si farà il libro sul blog e ancora sull'acquedotto romano

Davvero una grossa soddisfazione per me stasera: reduce da un incontro con le "alte sfere" della Nuova Toscana Editrice me ne sono tornato a casa con una lieta novella. Non appena sarò riuscito a finire "Il cammino di Pinocchio" sul blog, e lo avrò racccolto in una forma "leggibile", infatti, la casa editrice si preoccuperà di darlo alle stampe, dando così una vera e propria guida, uno strumento indispndabile, per chi vorrà intraprendere il percorso "per i fati suoi", ma non per questo "godendoselo" meno. Credo proprio che il modo migliore per festeggiare l'evento sia quello di dare ancora delle informazioni sull'acquedotto romano. Concordo pinamente con le teorie dell'Architetto Chiostri anche per quanto rigurda la fondazione dell'importante opera romana. In particolare ci sembra ineccepibile che visto che Florentia ha avuto un solo acquedotto romano, questo giocoforza deve essere stato costruito in un momento coincidente con la massima espansione della colonia romana. Infatti certamente fino agli inizi del I secolo d.C. appare evidente, che date, le dimensioni, per numero di abitanti, della colonia fossero più che sufficienti i numerosi pozzi di cui era costellata la città e di cui ancor oggi troviamo testimonianze. Il periodo a cui, quindi, a cui pare logico fare riferimento potrebbe quindi essere quello della fine del I secolo-inizi del II, esattamente nel periodo in cui furono completati anche gli impanti termali dell'attuale piazza Signoria e di via delle Terme, che ovviamente poterono vedere la luce solo grazie alle nuove portate d'acqua che solo l'acquedotto poteva garantire. Tra l'altro l'imperatore romano Adriano, che fu il primo a potenziare la colonia "Florentia", che regnò proprio in quel periodo storico, fu sempre un grande propugnatore di opere pubbliche, propugnate in tutto l'impero, a sua gloria imperitura. Certo è probabile che già Claudio, che regnò nella metà del I secolo, grande costruttore di acquedotti, abbia già proposta l'idea, così come magari Traiano, successore di Adriano, anche lui famoso per i suoi acquedotti, potrebbe aver certo sostenuto e magari terminata l'iniziativa, che di certo ha avuto bisogno di molti anni per vedere la fine, vista la sua complessità. Infine appare evidente che la struttura dell'acquedtto, soprattutto nei disegni, che ci sono rimasti della sua parte sopraelevata, sia molto simile proprio ad analoghi acquedotti costruiti proprio nel periodo in questione. Non c'è che dire: se veramente fosse così l'appellativo che da sempre i fiorentini hanno attribuito aa Adriano di "pater patriae" sarebbe così decisamente meritato oltrechè spiegato.

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