lunedì 29 marzo 2010

ricordi sull'acquedotto romano

Oggi l'acquedotto romano è visibile, come abbiamo detto, alla sua partenza alla Chiusa, uno speco lo si vede affacciandosi alla spalletta del Rimaggio a Colonnata, in prossimità del Cimitero Maggiore, ecc. ecc., ma fino a qualche anno fa, visto che in pochi erano a conoscenza della sua esistenza, la sua scoperta era fatta prevalentemente dai contadini intenti a dissodare i campi. E il suo mistero era tale che quando veniva scoperto era chiamato il "sentiero del diavolo", nomignolo affibbiato per la sua forma assolutamente diritta e delimitata da due "pareti" di calcestruzzo perfettamente parallele. Perfino il suo passaggio attraverso la Villa Solaria è curioso: con il radiosonar, ci racconta lo storico locale Marco Giachetti, hanno scoperto che la sua percorrenza è esattamente al centro di una lunga fila di alberi. Evidentemente sono stati piantati in quel modo visto che dissodare il punto dove passava l'acquedotto era praticamente impossibile. Anche il Villoresi ricorda qualcuno di questi "avvistamenti": "In località chiamata il "Marcello", nel popolo di Querceto, come descrive il Manni e prima di lui il Borghini, si sono trovate spesso tracce di questo acquedotto, a cm. 75 nel podere "il prato della Tosa" ed a meno di un metro "a Corte" appezzamento del podere "Camporella"". Ecco quello che dice il nomitato Manni: "altro avanzo ne trovai in luogo detto la Madonna dei Logi in un campo appartenente alla famiglia Ughi. Poscia sulla strada che passa allato dei campi di appartenenza della famiglia Flamini d'Imola (onde fu il rinomato Marco Antonio Flaminio) vidi a fior di terra scoperto gran parte del condotto che, essendo stato precedentemente votato di tartaro, che vi avea, e della terra, trovatolo e di figura ovale, anziché tonda potetti misurare essere il voto di esso, soldi 17 di braccio fiorentino per l'altezza e soldi 14 di lunghezza, di tutto calcestruzzo gettato".

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