lunedì 19 aprile 2010

parte 2: l'acquedotto romano visto da Marco Giachetti


Riprendo il racconto di Giachetti dopo la parentesi delle novità dal Lampione. E' proprio questo il pezzo che vorrei porre all'attenzione dei lettori in attesa di altri eventuali commenti, in quanto l'amico Marco confuta la posizione dell'Architetto Chiostri, fino ad oggi incontrastara:
"Il prof. Chiostri (autore di un volume sull’acquedotto di Firenze, recentemente aggiornato e ristampato) afferma che l’opera sarebbe stata realizzata in un secondo tempo, dopo la fondazione della città; ma in realtà la centuriazione, la fondazione, le mura, l’acquedotto appaiono dappertutto come operazioni concatenate, una sorta di “pacchetto” offerto ai veterani smobilitati,per cui non c‘è ragione di pensare all‘acquedotto come posteriore agli altri eventi della colonia. L’acquedotto, in condotto sotterraneo fino a via delle Panche e poi su archi pensili, attingeva le acque dal torrente Marinella di Legri, presso La Chiusa di Calenzano, corso d’acqua che, ricevendo da un vasto complesso carsico, aveva una portata quasi costante, in tutte le stagioni. I ritrovamenti, già iniziati nel ’700, provocarono nel 1974, con il ritrovamento di via Barberinese alla Chiusa, la prima edizione del libro del Chiostri “L’acquedotto Romano di Firenze”".

2 commenti:

  1. caro Filippo (so di essere "antepatico") ma la foto che fai vedere è quella pubblicata da Lopes Pegna relativa al ritrovamento dell'acquedotto nel 1930 a Colonnata, al prato alla Tosa (villa Villoresi) e non alle sorgenti (come scritto lì sul libro, un evidente refuso del Lopes Pegna)

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  2. Caro Etruschi non so chi c'è dietro lo pseudonimo, ma a prescindere da questo non sei certo antipatico quanto credi, anzi. Il blog è nato apposta come motivo di discussione e di precisazioni, quindi ritengo doverosa la segnalazione degli errori, che non appena avrò un minuto corregerò al più presto. Oltretutto questa è l'ennesima dimostrazione che non si può prendere per oro colato quello che ci hanno detto per anni pochi studiosi dei nostri territori, ma al contrario quanto ci sia da rivedere e da aggiornare giorno per giorno. Grazie

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