domenica 4 aprile 2010

La portata dell'acquedotto romano


"Ti invio la prima foto (bella) fatta all'interno del condotto dell'acquedotto romano a La Chiusa (da M.Bacci)". Colgo l'occasione per mettere in rete la mail inviatami dallo studioso di storia locale Marco Giachetti per rendere nota la portata dell'acquedetto romano, ovviamente accodandomi ancora una volta ai calcoli ineccepibili dell'architetto Frido Chiostri che tanto lo ha studiato. I rilievi fatti alla parte interrata hanno rivelato che la sezione di scorrimento del canale è pari a 0,50 metri quadri. Frido Chiostri ha quindi ipotizzato due varibili di calcolo: la prima prevede che l'acquedotto lungo tutto il suo percorso abbia avuto forma pressochè indentica a quella interrata pari cioè a 0,45 metri quadri con 45 cm di base e 110 di altezza, la seconda pari a 0,54 metri quadri con 60 cm. di base e 90 cm. di altezza in similitudine con l'acquedotto Caludio di Roma, quello cioè più vicino architettonicamente e temporalmente a quello fiorentino. Altri dati considerati dall'architetto sono quelli della sezione di scorrimento pari a 4/5 del totole; la pendenza calcolata attorno al0,063 per cento; infine la scabrosità delle pareti dello speco per cui si è preso come riferimento i coefficiente del calcestruzzo cassonato ruvido. I risultati così ottenuti sono quindi compresi tra un minimo di 194 litri al secondo ed un massimo di 238. Presumibilmente quindi l'acquedtto era capace di portare a Florentia almeno 200 litri d'acqua al secondo, più che soddisfacenti per una città come si suppone fosse Florentia alla metà del II secolo D.C. pur considerando le perdite, i "furti" d'acqua, e gli ovvi periodi di magra del Marinella.

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