domenica 20 dicembre 2009

La famiglia Gerini


I Gerini nascono come speziali e fin dai primi documenti che appaiono con il loro nome, nei primi del secolo XIV, sono compresi tra le famiglie fiorentine più abbienti, segno che il loro lavoro doveva dare delle grosse soddisfazioni. Poi divennero mercanti e iniziarono ad espandersi in Europa aprendo banchi d'affari. Nel '400 seguirono i fiorentini che intraprendevano la strada del commercio verso il Levante e, in concorrenza con Venezia, iniziarono ad inviare ad Oriente stoffe e prodotti artigianali fiorentini, per poi comprare con il ricavato le spezie che sarebbero stato smerciate in Italia ma non solo. Era il tempo in cui in Oriente il fiorino d'oro si scambiava alla pari con il ducato veneziano. Agli inizi del '500 i Gerini formano una compagnia con i Corsini, aprendo un banco d'affari a Londra specializzato nel cembio di valute. Nel 1499 fu priore di Firenze Girolamo Gerini, proprio mentre Firenze era ancora percorsa dai fremiti degli scontri per il Savonarola e con i Medici che premevano per tornare in città dopo che nel 1494 era stato scacciato Piero. I Gerini comunque escono indenni dalla burrasca seguita al ritorno dei Medici ed all'assedio di Firenze del 1530 e ne abbiamo dimostrazione con il matrimonio di Andrea, nipote di Girolamo con una Medici. Il figlio Carlo saprà conquistarsi poi la fiducia del cardinale Carlo de' Medici che gli fece addirittura ottenere il titolo marchionale da Filippo IV re di Spagna, dopo che aveva acquistato, grazie ancora ai Medici, vasti possedimenti in Abruzzo. Dello stesso ramo della famiglia faceva anche parte Pierantonio Gerini, che fece parte delle alte sfere dell'esercito toscano alla corte di Cosimo III de' Medici, da cui ebbe l'incarico di controllare le scorribande del figlio Ferdinando, inquieto principe che tanto aveva preso dalla madre Marguerite Louise D'Orleans che tanto si dolse della vita monotona di corte a Firenze a confronto con quella esagerata di Parigi. I Lorena portarono grossi cambiamenti a Firenze ma i Gerini restarono ancora in sella, cambiando però interessi. Nel secolo XVIII li videro impegnati nella stampa di opere di grafica che renderanno famoso un artista come Giuseppe Zocchi. I Gerini erano gente corretta, buoni amministratori, fedeli agli impegni: per questo anche con i Lorena al potere, la famiglia continuò a godere la fiducia dei governatori. Convinti come i Lorena che le riforme valessero più di ogni rivoluzione, divennero ottimi amministratori anche del nuovo stato toscano. Più tardi i Gerini plaudirono all'impegno di Papa Pio IX che fu più volte invitato a Firenze sia nella loro villa de Le Maschere a Barberino di Mugello, che nel loro palazzo fiorentino di via Ricasoli. Quest'ultimo sorse in quella che si chiamava via del Cocomero per la presenza del teatro che portava lo stesso nome, su un ampliamento del preesistente edificio di proprietà, guardacaso, dei Ginori. Acquistato dai Da Gagliano, famiglia proveniente dal Mugello, nel 1455, fu ampliato dagli anni '80 del '400 fino ai primi del secolo successivo. Il palazzo fu venduto ai Salviati fino alla cessione definitiva ai Gerini del 1650. Nel 1798 i Gerini aggiunsero al primo palazzo un'altra proprietà ceduta dai Serguidi.

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