mercoledì 6 gennaio 2010

Da pompieri a musicisti della Ginori


Nella foto: lapide commemorativa sul monumento ai caduti del collegino di Delio Granchi.
Dagli inizi del '900 si rece necessario, all'interno dello stabilimento della Manifattura di Doccia di istituire un pruppo di pompieri di pronto intervento che per fortuna praticamente non ebbe mai grossi impegni. Ma le loro gesta sono rimaste nella memoria dei sestesi in occasione dell'ultimo conflitto mondiale, quando solo ed unico, eroicamente in quei momenti così difficili, pericolosi e concitati, dove i conflitti aerei e terrestri tra forze alleate e nazifascisti erano all'apice nel nostro territorio, questi operai-pompieri si prodigarono per racoogliere i poveri coripici martoriati delle vittime del bombardamento del Collegino. in quell'otto febbraio 1943. Altro merito di questi pompieri era la fanfara, formata dagli operai-pompieri in attesa di pensionamento guidata da un baffuto colonnello in pensione di cui si ormai perso il nome. L'istruzione musicale era ovviamente molto bassa e spesso i brani suonati si limitavano ad un paio di motivietti ripetuti all'infinito, conditi dall'immancabile "giovinezza" che non poteva mai mancare nel ventennio fasciata in occasione di feste nazionali o occasioni commemorative particolari). Il gruppo era composto per lo più da trombettisti militari di fine secolo e solo alcuni provenienti dalle altre bande sestesi potevano dar sfoggio della loro bravura. Tanto che nell'occasione dell'anniversario dei 200 anni della nascita della Ginori fu invitata a suonare la banda dei Solerti che aveva la sua sede presso l'attuale Polisportiva Sestese in piazza IV Novembre ed alla fanfara fu affidato il compito di... lucidare gli ottoni. Nel 1938 poi all'interno dello stabilimento si decise di riunire tutti gli operari che suonavano nelle bande musicali in giro per la piana per dar vita alla "Banda della Richard-Ginori". Oltre 60 musicisti, qualcuno anche di fama, furono rivestiti con sahariane nere, d'orbace ruvido e pesante, e muniti di bustine. La prima uscite fu alla Fiera con Delio Faggi come direttore. In breve la fama della banda si sparse dovunque e gli inviti fioccavano, come quello a Torre del Lago di fronte a Villa Puccini. Poi la guerra pose fine a tutto fino al 1947, quando i suonatori rientrati dal fronte decisero di provare a ricreare l'orchestra. La sede della Ginori a Milano non ne voleva sapere, ma grazie al Dopolavoro comunque la banda rinacque, trovando nel neo-diplomato Bruno Bartoletti un direttore che in breve acquistò la fama di cui ancor oggi resta memeoria. L'inizio della carriera fulgida e luminosa di Bartoletti portò al passaggio di maestro: a Bartoletti subentrò Libero Granchi, già direttore dei Solerti, che erano stato smembrati nel periodo fascista e che avevano vista la propria sede passare di mano alla Polisportiva. Sesto poteva vantare di nuovo la sua grande banda musicale ma a Milano si decretò la chiusura dello stabilimento di Doccia: era il maggio 1951 e la banda sparì dalla sera alla mattina e con lei il sogno di stabilità di centinaia di operai, che furono licenziati o costretti a passare nei nuovi stabilimenti dei viale giulio Cesare. Tutti gli strumenti musicali e tanto altro ancora (anche materiale personale e di valore) furono portati via nella notte, dando via a quella stagione di scioperi e lotte operaie che per trent'anni segnò drammaticamente la vita della nsotra città.

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